Cos'è
Girovigo
E' il titolo di un
racconto che narra ciò che potrebbe riservare una passeggiata sulle
grave della Piave,
come quella che stiamo
organizzando.
Dal campanile di Covolo erano
appena suonate le otto, quando Fabio girò svelto il passo dopo la
fontana di pietra con la testa di leone.
In fondo alla strada, intorno al
vecchio capitello, sostavano una decina di persone.
Il rosario di maggio, se n'era
dimenticato, ma ormai l'avevano senz'altro visto, non poteva tornare
indietro.
Le Ave-Maria lo raggiunsero, per
fortuna aveva la sua macchina fotografica al collo, così non ci
sarebbero stati dubbi su cosa andasse a a fare, sulle grave della
Piave a quell'ora, di sera.
Li conosceva tutti, da quando
ancora piccolo, se ne tornava su, con qualche rospo BUFO-BUFO
in tasca, per aumentare la collezione di rettili ed anfibi che
teneva sull'orto di sua madre.
Mangiano gli insetti nocivi, le
aveva spiegato, e lei, rassegnata, rinunciò a protestare anche per
il resto del giardino zoologico, nel quale aveva trasformato la
casa.
Si tolse l'imbarazzo con un
gioviale " buonasera a tutti " e tutti risposero con un
cortese cenno della testa, perché non si potevano interrompere le
preghiere proprio davanti alla Madonna Assunta.
Alla discesa della strada
sterrata verso le grave, erano già al secondo mistero gaudioso.
Ancora forte si sentiva il
profumo dei fiori d' acacia, sfatti dalle interminabili piogge del mese in
finire.
ROBINIA PSEUDOACACIA è il
nome botanico della pianta arborea, considerata infestante,
importata dal sud-america verso la fine del 1800 e subito
protagonista dei boschi cedui della zona, per le sue prerogative di
crescita veloce e dal legno adatto alla palificazione dei vigneti, o
come legna da ardere.
Fabio pensò subito alle frittelle
che Ida doveva preparare per il 4 luglio prossimo.
Intanto i fiori, colti freschi,
erano ben conservati nel congelatore.
Non era giusto denigrare la
Cassia, ma chissà come dovevano presentarsi le scarpate prima del
suo arrivo, come adesso doveva trovarsi el sambuer, sambuco
in italiano, le sue piccole bacche nere, si utilizzano ancora per le
marmellate ed in trascorsi tempi di vacche magre per ricavarne
inchiostro da scrivere, nonostante questo infestante pure lui.
Il cornoler o corniolo :
CORYLUS AVELLANA, el frassen o frassino: FRAXINUS
ORNUS, il
biancospino: CRATAEGUS MONOGINA, el sorboler o sorbo:
SORBUS ARIA, il carpino, l' acero, l' ontano, el talpon o pioppo
nero:POPOLUS NIGRA.
Il viburno, usato per la
flessibilità dei suoi lunghi rami, nella costruzione delle ceste per
la vendemmia.
Nel sottobosco, fra i rampicanti
el bruscandol, luppolo in italiano: HUMULUS LUPULUS, buono
per le frittate, risotti ed insalate e naturalmente per fare la
birra.
El vidison, clematide:
CLEMATIS VITALBE, la morella rampicante: SULLANUM
DULCAMARA.
... il Signore è con te... la
voce metallica di Ileana lo stolse dai suoi pensieri mentre superava
la roja intubata in basso a sostituzione di un ponte.
... prega per noi peccatori... ma
quali peccati? rimurginò Fabio.
La sua vera, unica passione era
quella, imparare i nomi scientifici di piante ed animali,
conoscerli, fotografarli, i suoi veri insegnanti erano i libri, le
riviste specializzate, internet, ma sopratutto le sue escursioni,
... se questo era un peccato!
Si girò di scatto al ripetersi
dell'inconfondibile canto del cuculo: CUCULUS CANORIS.
Gli ricordò, chissà perché,
quello del gallo, continuamente citato in lontanissime lezioni di
catechismo.
Il cuculo smise di cantare, non
riuscì a scorgierlo, ma doveva trovarsi in alto, su di uno dei
vecchi olmi nella riva di Giulio.
Abbassò lo sguardo sul casotto di
legno nel boschetto, bello pensò, anche l'intorno era curato, l'erba
tagliata, la legna accatastata con cura, le staccionate in ordine,
era là che dovevamo fare la grigliata il 4 luglio.
La roja avrebbe portato una
piacevole frescura e il restante piacere sarebbe andato per le trote
e la luanega.
Le grave sono pulite, dopo che il
Comune anni addietro, ha deciso di vendere le antiche proprietà
prima affittate.
Fabio non fece in tempo a meditare
la sua conclusione, prima di notare, seminascosto da un incolpevole
cespuglio di olivello spinoso:HIPPOPHE RHAMANOIDES, uno schifoso
saccaccio di plastica nero.
Inconfutabile traccia di HOMO HEBETIS-HEBETIS, una specie diffusa in loco e non solo nel golfo del
Messico.
Infastidito, affrettò il passo
verso un sentiero appena visibile tra le canne di bambù, quando, il
rumore delle sue lunghe foglie secche pestate..., era una volpe: VULPES_VULPES.
Sapeva che una famiglia era da
tempo stabile sulle grave, ma vederla era difficile, quasi quanto la
faina, la donnola, o l'ancor più raro tasso MELES-MELES.
Inutile togliersi in fretta la
macchina fotografica dal collo, chissà dove si era nel frattempo
imbucata la volpe.
Visto che ormai l'aveva tra le
mani, ripassò sulla digitale, la memoria delle foto scattate nelle
settimane precedenti.
Erano sopratutto uccelli: una
ciciallegra sfocata: PARUS CAERALEUS, le testa di una ballerina
bianca: MOTACILLA ALBA, un nido vuoto di cincia mora: PARUS ATER, un
verdone venuto bene, un corriere piccolo, un carbonaz, che non
centra niente, biacco in italiano: COLUBER VIRIDI FLAVIUS
CARBONARIUS, un bellissimo martin pescatore: ALCEDO ATTIS, la
coda di un piro-piro senza il resto, poi tante altre di aironi
bianchi e cinerini in volo ormai facili da vedersi come i gabbiani
ed ancora upupe, gazze, una civetta ripresa di tergo.
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